“Mi hanno dato un soprannome. È con quello che mi chiamano, usano il soprannome per rivolgersi a me quando c’è del lavoro da fare. Il mio vero nome lo tengo per me. Nella nostra vita abbiamo poco di davvero nostro e io ho il mio nome e la mia rimessa e me li faccio bastare. Non ho mai ucciso nessuno. Non niente, sia chiaro, ma nessuno… e non ho mai ucciso nessuno inteso come essere umano. Mai. Vedo un sacco di cadaveri, ma non per causa mia. Sono un demolitore, risolvo il problema più grosso: far sparire i corpi. C’è una catena di produzione precisa anche negli omicidi e in questo caso sono io l’ultimo nodo. Ed è la parte più sporca di tutto il processo…”
Viscera è un uomo che non può fare nessun viaggio all’Inferno perché ci sta dentro da sempre. Non ricorda più neanche quando abbia cominciato a fare il suo lavoro: una discarica in cui smaltire tutto, dagli oggetti ai cadaveri, l’ultimo limite del mondo prima di quell’abisso che lui vede tutti i giorni oltre il limite del suo recinto.
Ma un giorno, qualcosa torna da quell’abisso…